venerdì 30 settembre 2011

Non possiamo fare a meno…




Non possiamo fare a meno
Di diventare ciò che siamo

È così che il futuro
Chiude il cerchio col passato

È così che la foglia
Giunge alla radice.

2 commenti:

Alex ha detto...

No, c'è chi si ribella. A partire dai bambini. E siccome io appartengo alla categoria, mi dissocio pubblicamente.

Unknown ha detto...

Hi Alex,
i bambini sono dei ribelli nel senso che, essendo liberi da sovrastrutture, non ne accettano i vincoli e i limiti, seguendo ciascuno la propria natura.
Ed è effettivamente questo il senso del post: seguendo la propria natura non è possibile diventare qualcosa di diverso da ciò che si è “in nuce”. Quel che diventiamo in atto è la liberazione del nostro potenziale.
Nella quercia, puoi vedere il seme, nel seme, la quercia.
Per noi umani, io credo, che la liberazione piena del potenziale sia possibile a patto di una profonda accettazione di noi stessi, della nostra natura. Molti di noi pensano che dovrebbero essere altro da ciò che sono per conseguire determinati risultati, obiettivi, per poter seguire i propri sogni, per diventare diversi. Ed è proprio questa la sovrastruttura imbrigliante.
Se questa tensione è nostra, la sentiamo dentro, è già la nostra natura, ci appartiene e in qualche modo ci appartiene il risultato. L’accettazione di ciò che siamo provoca la liberazione, scatena quel processo che è il diventare ciò che siamo.
Non possiamo farne a meno, non dovremmo smettere mai di farne a meno.
Purtroppo, hai ragione, molte volte questo non accade e restiamo imbrigliati in una zona grigia. E allora considera le mie parole come una esortazione a ad agire per diventare ciò che siamo già.
Faccio un esempio.
Nel film Kung Fu Panda il maestro Shifu vive la giornata più terribile della sua vita quando scopre che il guerriero dragone prescelto è totalmente diverso da ciò che si aspettava, da ciò che credeva avrebbe dovuto essere. Solo quando ha accettato il Panda per quello che era è riuscito a vederlo e ad addestrarlo in modo diverso, a far uscire tutte le potenzialità già presenti in lui. Il Panda con le sue caratteristiche di “morbidezza” è riuscito infine a sconfiggere l’avversario più forte e più temibile. Dal canto suo il Panda stesso sogna il Kung Fu e si sente inadeguato, diverso dai suoi idoli, i cinque cicloni: alla fine capirà che l’ingrediente segreto “non esiste”, almeno in quanto fattore esterno: la pergamena del drago infatti non fa che restituire al guerriero che la osserva la sua stessa immagine.
Accettando noi stessi al di là di ogni pregiudizio imbrigliante liberiamo la nostra natura e diventiamo ciò che già profondamente siamo.
Alex, ti saluto ringraziandoti per l’attenzione che dimostri verso questo blog.