lunedì 9 febbraio 2009

Tra terra e nuvole

Avevo deciso di mantenere il silenzio rispetto al caso Englaro, anche nel mio blog, per quanto piccolo o poco letto che sia. Tuttavia il grado di ingerenza in questa vicenda privata non potrebbe essere più alto in questo momento: privati cittadini e istituzioni, oramai non solo mettono bocca ma incitano o promulgano decreti e leggi ad personam (la politica non è stata capace in diciassette anni di promuovere una legge e ora vorrebbe pretendere di farlo in diciassette ore). Il Presidente del Consiglio ha dichiarato di essere del partito della libertà e della vita contrapponendosi, a suo dire, ad una cultura statalista e, in questo caso, di morte: tuttavia egli fa entrare lo stato in questa dolorosa vicenda privata e persino quando tutto sembra deciso rende, se possibile, tutto più duro e difficile. Chi promulga questa cultura della vita a tutti costi incurante della volontà espressa dalla ragazza, del padre e infine della magistratura, entra di forza in una vicenda e in un dolore privato. Nessuno di tutti loro è il padre di quella ragazza che è l’unico a conoscere e provare fino in fondo il dolore e la gravità della decisione presa.
Comunque la si pensi, l’autore di questo blog è certo del fatto che ci voglia rispetto, il rispetto che ad oggi non si ravvisa persino da parte di persone che rappresentano le istituzioni e che ci sono parole e Parole per esprimere un proprio personale pensiero.
Poiché il blog si occupa di poesia esprimerò il mio sentire in versi. Tiro fuori dal cassetto questo testo solo oggi, benché la mia sensibilità sia stata profondamente scossa da questa vicenda, perché il silenzio ora sarebbe assenza e perché tutto sommato penso di offrire, sommessamente e discretamente, un punto di vista inusuale.


Tra Terra e Nuvole - Un testo di Gianluca Arena sul caso Englaro (PDF)