venerdì 7 marzo 2008

Poesia e Pace: Prestate attenzione!

Amo la poesia che nasce dalla tempesta delle emozioni impetuose
Amo la poesia che nasce dai precordi silenziosi del cuore umano
Amo la poesia che va oltre la parola e parla all'anima, superando tutte le sette pelli della solitudine.

Ma c'è anche una poesia che è urlo, che è spada, che è protesta e ribellione alle ingiustizie,
una poesia che è impegno civile, una poesia che pretende attenzione e azione.
Questa poesia è attualità, è politica e ci ricorda che nessuno vive fuori dai fatti che accadono.

Per questo, in questo piccolo diario, vi propongo la lettura delle poesie che seguono.

Invito i lettori a inviare le poesie che hanno amato o scritte di loro pugno.



CARTA D'IDENTITA'
di Mahmoud Darwish

Ricordate!
Sono un arabo
E la mia carta
d'identita' e' la numero cinquantamila
Ho otto bambini
E il nono
arrivera' dopo l'estate.
V'irriterete?

Ricordate!
Sono un arabo,
impiegato con gli operai nella cava
Ho otto bambini
Dalle rocce
Ricavo il pane,
I vestiti e I libri.
Non chiedo la carità alle
vostre porte
Ne' mi umilio ai gradini della vostra camera
Perciò, sarete
irritati?

Ricordate!
Sono un arabo,
Ho un nome senza titoli
E resto paziente nella terra
La cui gente è irritata.
Le mie radici
furono usurpate prima della nascita del tempo
prima dell'apertura delle
ere
prima dei pini, e degli alberi d'olivo
E prima che crescesse l'erba.
Mio padre…viene dalla stirpe dell'aratro,
Non da un ceto privilegiato
e mio nonno, era un contadino
ne' ben cresciuto, ne' ben nato!
Mi ha
insegnato l'orgoglio del sole
Prima di insegnarmi a leggere,
e la mia
casa e' come la guardiola di un sorvegliante
fatta di vimini e paglia:
siete soddisfatti del mio stato?
Ho un nome senza titolo!

Ricordate!
Sono un arabo.
E voi avete rubato gli orti dei miei
antenati
E la terra che coltivavo
Insieme ai miei figli,
Senza
lasciarci nulla
se non queste rocce,
E lo Stato prenderà anche queste,
Come si mormora.
Perciò!
Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:
Non odio la gente
Né ho mai abusato di alcuno
ma se divento affamato
La carne dell'usurpatore diverrà il mio cibo.
Prestate attenzione!
Prestate attenzione!
Alla mia collera
Ed alla mia fame!





LE PIETRE DELLA LIBERTA'
di Nizar Qabbani

Con le pietre nelle mani
sfidano il mondo
e tornano a noi come dolci maree.
Bruciano di rabbia ed amore, e cadono,
mentre noi restiamo come un branco di orsi polari:
un corpo equipaggiato contro le intemperie.
Come mitili sediamo nei caffè,
chi cerca un affare
chi un altro miliardo
e chi una nuova moglie
e petti educati dalla civilizzazione.
Chi gira Londra, alla ricerca di un palazzo elevato,
chi traffica in armi,
chi cerca vendetta in un nightclub,
o complotta per un trono, un esercito privato,
un principato.
Ah, generazione di tradimento,di indecenti surrogati di uomini,
generazione di avanzi,
saremo spazzati via -
non importa quanto lento sia il cammino della storia -
dai bambini che lanciano le pietre.


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